Siccità: bene lo stato di emergenza ma servono più risorse

Il Consiglio dei ministri, lo scorso 4 luglio, ha deliberato lo stato di emergenza per siccità per le regioni del nord. Come primo stanziamento sono previsti 36,5 milioni di euro così ripartiti: 10,9 milioni per Emilia Romagna, 4,2 milioni per il Friuli Venezia Giulia, 9 milioni per la Lombardia, 7,6 milioni per il Piemonte e 4,8 milioni Veneto.  La dichiarazione dello stato di emergenza è valida fino al 31 dicembre 2022 ed è “volta a fronteggiare con mezzi e poteri straordinari la situazione in atto, con interventi di soccorso e assistenza alla popolazione interessata, e al ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche”.

Confagricoltura ha apprezzato il provvedimento del Governo pur sottolineando che lo stanziamento è del tutto inadeguato rispetto ai danni che stanno subendo le aziende. Esso però dovrebbe rappresentare solo un primo passo verso la tutela delle produzioni.

Inoltre Confagricoltura è convinta dell’importanza della nomina, nel più breve tempo possibile, di un Commissario straordinario che, di concerto con i territori e le rappresentanze degli agricoltori, proceda con lo stanziamento delle risorse necessarie a coprire i danni già subiti dal settore primario. È fondamentale mettere in campo ogni sforzo necessario per la salvaguardia dei raccolti, e di conseguenza, l’occupazione.

È necessaria un’inversione di marcia e alcuni strumenti sono già a disposizione. È possibile procedere fin da subito con i lavori di efficientamento della rete nazionale previsti e finanziati nel PNRR con 190 milioni di euro. Ma la manutenzione non basta: Confagricoltura è convinta che sia necessario rimodulare la destinazione delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dedicando una quota a nuove infrastrutture strategiche per la raccolta dell’acqua piovana e per la gestione e il riutilizzo dei reflui a scopi irrigui. Inoltre, il settore primario aspetta da tempo incentivi che rendano accessibili alle imprese gli investimenti in tecnologie per il risparmio idrico proprio come è stato fatto in Francia e Spagna.